
Oggi, 19 maggio
2006, alle ore 19,30 davanti al cinema romano
Barberini si è svolta una manifestazione contro la
bestemmia cinematografica "Codice da Vinci", organizzata
dal movimento Militia Christi insieme ad Italia
Cristiana e all'associazione Vita Umana Internazionale.
Per saperne di
più su questa blasfema e bugiarda pellicola vi invitiamo
Venerdì 26 Maggio dalle h. 18.30 in via Foligno
27/B a Roma ad una conferenza contro il film dal titolo:
"Storicità dei Vangeli, gnosi e massonismo" organizzata
dal Mov.Pol.Militia Christi, inoltre potete
leggere questa analisi del libro "Codice da Vinci" di
Dan Brown scritta dal prof. Corrado Gnerre docente
universitario nonché apologeta cattolico.
Le bugie del Codice da Vinci ...e
ciò che c’è dietro questo romanzo
di Corrado Gnerre
La trama del Romanzo
Jacques Saunière, anziano studioso del culto pagano
della Dea Madre e del sacro femminino e
curatore del Louvre, viene assassinato in una delle sale
del museo da un “monaco” appartenente all’Opus Dei.
Prima di morire, Saunière lascia degli indizi per
comunicare un grande segreto.
Per decifrare questi indizi, la polizia parigina convoca
il professor Langdon, docente dell’Università di Harvard,
che in quei giorni si trova a Parigi.
Intanto arriva sul posto del delitto anche l’agente di
polizia Sophie Neveu, nipote dello stesso Saunière, che
capisce che gli indizi lasciati dal nonno sono rivolti a
lei.
La giovane, insieme al professor Langdon (che intanto è
sospettato dalla polizia di essere l’omicida di Saunière),
inizia un percorso d’indagini in cui sarà svelato un
grande segreto.
I due riescono a decifrare due indizi lasciati dalla
vittima. La frase “O, draconian devil! Oh, lame saint!”,
che è l’anagramma di “Leonardo da Vinci! The Mona
Lisa!”; e anche le iniziali “PS”, che stanno
per “Priorato di Sion”, associazione segreta di
cui Saunière era Gran Maestro.
Questo Priorato di Sion sarebbe una setta
antichissima nata per custodire un grande segreto. Ad
essa sarebbero appartenuti importanti personaggi. Tra
questi, Leonardo da Vinci, che ne sarebbe stato Gran
maestro tra il 1510 e il 1519.
Il Priorato avrebbe sempre avuto una venerazione pagana
per il culto del principio femminile.
Il grande segreto custodito è:
1. L’imperatore Costantino (280-337)
volle definitivamente distruggere la religione pagana
del femminino sacro e, per fare questo, “inventò”
la divinità di Gesù, fece occultare i veri vangeli
(quelli gnostici) e promosse solo i vangeli di Matteo,
Marco, Luca e Giovanni (cioé i vangeli canonici) perché
questi presenterebbero un Gesù poco umano.
2. Gesù non era Dio, ma un semplice
predicatore che addirittura si sposò con Maria
Maddalena, da cui ebbe anche dei figli (la stirpe del
sang rèal, del sangue reale).
3. Gesù indicò la stessa Maria Maddalena
come capo della sua chiesa (priorità del principio
femminile).
4. Questa “successione femminile” non fu
però accettata dagli apostoli che, per impadronirsi
della chiesa, decisero di far fuori Maria Maddalena che
fu costretta a fuggire.
5. La discendenza di Gesù si stanziò in
Francia dando origine nel V secolo alla dinastia dei
Merovingi.
6. Questo grande segreto è custodito dal
Priorato di Sion e da tutti i suoi Gran Maestri,
fra cui l’assassinato Saunière.
Il Romanzo dice che la Chiesa cattolica, per evitare che
questo segreto fosse svelato, non ha esitato nel corso
dei secoli a commissionare omicidi. Questo accadrebbe
ancora ai nostri giorni anche grazie ad alcune
organizzazioni ecclesiali, come l’Opus Dei
esplicitamente citata nel Romanzo.
Il tassello che fa cadere tutti gli altri: la
datazione dei Vangeli canonici
Dan Brown, per la costruzione del suo romanzo, si
richiama ad una teoria, che però è falsa. La teoria è
questa: i vangeli cosiddetti “gnostici” ed “eretici”
sarebbero i “veri” vangeli, mentre quelli cosiddetti
“canonici” (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) la Chiesa li
avrebbe successivamente ufficializzati proprio perché
non parlerebbero della vera vita di Gesù.
Attenzione: questa convinzione avrebbe una sua logica se
davvero i vangeli gnostici ed eretici fossero
contemporanei a quelli canonici. Se così fosse,
effettivamente sarebbe difficile poter dire quali
vangeli dicano davvero la verità.
Dan Brown, però, nasconde un fatto ormai indiscutibile e
cioé che i vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e
Giovanni) sono non solo molto anteriori ai vangeli
gnostici ed eretici (che partono dal II secolo inoltrato
per arrivare fino al IX), ma anche molto vicini alla
vita di Gesù.
Schematizziamo in maniera tale che il lettore possa
capire meglio.
· Primo: fino a qualche
decennio fa gli studiosi erano concordi nel ritenere che
i vangeli canonici fossero databili tra gli anni 70 e
90, il che vuol dire che sarebbero stati scritti in un
periodo che va dai 35 ai 55 anni dopo la vita di Gesù,
cioé in un periodo in cui erano ancora in vita i
testimoni oculari dei fatti.
· Secondo: recenti studi hanno
ulteriormente abbassato la datazione dei vangeli
canonici.
· Terzo: nel campo linguistico
si è dimostrato che i testi in greco dei vangeli
canonici che noi possediamo sono la traduzione di testi
più antichi scritti in ebraico e in aramaico, ovvero la
lingua parlata da Gesù. La dimostrazione verte sulla
costruzione di alcune frasi e sull’uso di alcune parole
ebraiche che non esistono in greco come “amen”,
“alleluja”, ecc. e sulla costruzione del periodo.
Ora –riflettiamo- se la prima redazione è in aramaico,
vuol dire che i vangeli canonici sono stati scritti in
un periodo in cui l’aramaico aveva ancora un valore,
ovvero il periodo dei primissimi anni della Chiesa.
Infatti, le comunità cristiane degli anni più lontani
dalla vita di Gesù utilizzeranno la lingua greca.
· Quarto: risultati utilissimi
sono emersi anche nel campo papirologico. La Provvidenza
ha donato delle scoperte di frammenti di papiri
antichissimi dei vangeli canonici, databili a pochi anni
dalla morte e Resurrezione di Gesù: il 7Q5, ritrovato a
Qumran; e il P64, conservato nel Magdalen College di
Oxford. Diciamo qualcosa sul 7Q5. A Qumran, una località
sul Mar Morto, esisteva una comunità di monaci esseni.
Tra il 66 e il 68 questi monaci fuggirono da Qumran dopo
che gli eserciti romani, al comando prima di Vespasiano
e poi di Tito, assediarono Gerusalemme. Questi monaci
prima di fuggire decisero di nascondere la loro
biblioteca in alcune grotte vicine, con la speranza di
tornare al più presto e riprendere i testi. Nel 1947
(quasi 1900 anni dopo!) la Provvidenza volle che un
pastore arabo, inseguendo una pecora che si era smarrita
(immagine molto evangelica!), entrò in una di quelle
grotte e scoprì un vaso pieno di manoscritti antichi.
Dette la notizia e molti studiosi si catapultarono a
Qumran. Un frammento trovato nella grotta numero 7 e
catalogato con il numero 5 (perciò 7Q5, “Q” sta per “Qumran”)
ha riservato una grande sorpresa. Nel 1972 un celebre
papirologo spagnolo, il gesuita padre José O’Callaghan,
scoprì che questo frammento è di un testo del Nuovo
Testamento, precisamente si tratta dei versetti 52-53
del capitolo VI del Vangelo di Marco. L’identificazione
di padre O’Callaghan è stata confermata dal computer con
il potente programma Ibykus contenente tutta la
letteratura greca antica. Dunque, certamente il
frammento è stato scritto prima del 66-68, cioé quando
fu nascosto dai monaci esseni che avevano deciso
di fuggire; ma l’esame della scrittura ci dice che è
addirittura anteriore agli anni 50, cioé quando lo stile
cosiddetto “ornato erodiano”, con cui è scritto, non
venne più utilizzato. A questo poi si aggiunge che il
7Q5 è una traduzione greca dall’aramaico. Pertanto la
prima redazione del Vangelo di Marco fu scritta ben
prima del 50, forse ad appena 5-8 anni dalla vita di
Gesù!
Facciamo questo esempio: se scrivessi di Mario Rossi che
è morto venti anni fa, non potrei permettermi di
alterare la verità storica, perché sarebbero ancora in
vita coloro che lo hanno conosciuto. E costoro
potrebbero benissimo contestarmi ciò che scrivo. Ma se
scrivessi di un Mario Rossi vissuto due secoli fa,
potrei dire tutto ciò che vorrei, perché nessuno ormai
mi potrebbe contestare ciò che scrivo sulla base della
testimonianza.
Altro esempio: non bisogna essere storici di professione
per sapere che dovendo fare una ricerca su un
personaggio, devono essere ricercati documenti quanto
più vicini alla sua vita. Se non si trovano documenti
vicini, si possono eventualmente utilizzare documenti
più lontani, ma con l’onestà intellettuale di dire che
c’è un buco tra la vita del personaggio e i documenti
trovati. Ma se si trovano documenti vicini e documenti
posteriori, non si possono scartare i primi per
privilegiare unicamente i secondi. Così non si farebbe
storia, ma fantasia!
Ebbene, per conoscere Gesù bisogna rifarsi ai vangeli
canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), per un motivo
molto semplice: perché questi sono i più vicini alla sua
vita!
La datazione dei vangeli canonici e il sapere che quelli
gnostici ed eretici sono molto posteriori sono argomenti
che da soli basterebbero a smontare tutto il romanzo del
Codice da Vinci. E’ un pò come far cadere il primo
tassello di un domino; fatto cadere questo, cadono
inevitabilmente tutti gli altri.
Ma –chiediamoci- come mai la figura di Gesù sarebbe
stata così alterata nei secoli successivi dai vangeli
gnostici ed eretici? Qui possiamo e dobbiamo rispondere
coinvolgendo la Fede. Il santo è il capolavoro di Dio e
se si vuole colpire l’Artista va imbrattata l’opera
d’arte. Allo stesso modo il diavolo ha sempre cercato di
rovinare le meraviglie della santità: quale santo non è
stato calunniato? Ma se il diavolo cerca di calunniare
il santo, a maggior ragione ha sempre tentato di
calunniare Colui che è il Santo dei Santi, cioé Gesù.
Ricapitolando: i fatti dimostrano che il Cristianesimo è
storico ed è storico il legame di Cristo con la Sua
Chiesa, che è quella apostolica, cattolica e romana. La
Chiesa, cioé, che da sempre ha avuto l’autorità di
giudicare le Scritture.
Insomma, più di dilungarsi nel confutare tutte le
sciocchezze presenti nel Codice da Vinci, va
ricordato e ribadito che ciò che afferma la Chiesa
cattolica è ciò che affermano i vangeli canonici e che
questi sono stati scritti da chi ha conosciuto Gesù e ha
convissuto con Lui!
Se si vuole, ci si potrebbe fermare qui e non andare più
oltre.
Se il lettore ha capito bene e ha conservato nella sua
memoria, già l’utilizzazione di questo argomento basta a
smontare tutto il romanzo.
Se poi si vogliono più argomenti per contrastare questo
romanzo, ecco qualcosa in merito alle singole bugie in
esso contenute. Attenzione: per ogni “bugia” si sarebbe
potuto dire molto di più, ma questo opuscolo vuole
essere solo uno strumento di rapidissima lettura.
Prima bugia
Maria Maddalena sposa di Gesù
Nel Codice da Vinci si dice che Gesù “doveva”
essere sposato, perché la cultura del tempo disapprovava
il celibato.
Ciò è falso e viene da chiedersi come mai un docente
universitario (Dan Brown) possa dire una simile
sciocchezza.
Come sempre schematizziamo per facilitare la
comprensione:
· Primo: basterebbe ricordare
la già citata Comunità degli Esseni a Qumran.
Plinio il Vecchio e Giuseppe Flavio attestano che quei
monaci (che non erano cristiani ma di fede giudaica)
vivevano nella castità completa.
· Secondo: lo stesso Giovanni
Battista viene presentato dalle fonti come una sorta di
eremita, che viveva da solo e nessuna di queste fonti ci
dice che il suo vivere da solo fosse, per questo,
malvisto.
· Terzo: prendiamo delle
parole di Gesù dal Vangelo di Matteo (19,12):“Ci sono
eunuchi che così sono nati dal ventre della madre; ci
sono eunuchi resi tali per mano umana; e ci sono eunuchi
che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi
può capire, capisca.” Qui Gesù dice a chiare lettere
che per dedicarsi alle cose di Dio bisogna vivere casti.
Si potrebbe obiettare: ma è un vangelo canonico. Non
vuol dire nulla, perché, secondo Dan Brown, i vangeli
canonici non sarebbero di per sé falsi piuttosto
sarebbero inutili perché eviterebbero di dire molte
cose.
· Quarto: dire che Gesù doveva
essere sposato perché altrimenti sarebbe andato contro
le consuetudine finisce con l’essere proprio una
contraddizione per chi afferma che si sarebbe sposato
con Maria Maddalena. Sposarsi a trent’anni, quando
conobbe la Maddalena, è fuori da tutte le consuetudini
ebraiche, ove invece l’uomo si sposava tra i diciotto e
i venti anni. José Antonio Ullate Fabo nel suo libro
Contro il Codice da Vinci (Sperling & Kupfer
Editori, 205, pp.91-92) scrive: “Che senso
avrebbe che Gesù fosse arrivato celibe a trent’anni e si
fosse sposato solo allora? Se davvero il celibato fosse
stato uno scandalo insopportabile per gli ebrei, come
sostengono i sapienti personaggi di Brown, quando Gesù
fosse arrivato all’età giusta per prendere moglie san
Giuseppe e la Vergine gli avrebbero trovato una ragazza
di Nazaret, e si sarebbe sposato con lei prima dei
diciotto anni, per esempio. La cosa assurda è voler
vedere ‘sensato’ il matrimonio con Maria Maddalena
quando è la cosa più inverosimile.”
Seconda bugia
Costantino avrebbe inventato la divinità di Cristo
Dan Brown dice che Costantino (280-337) avrebbe voluto
la divinizzazione di Gesù per legittimare ancor più il
Cristianesimo e farne la religione dell’Impero per
rafforzare l’Impero stesso. Costantino per “divinizzare”
Gesù avrebbe utilizzato il Concilio di Nicea (325), dove
–dice Brown- si raggiunse questa decisione grazie ad un
solo voto di maggioranza.
· Primo: non fu Costantino a
fare del Cristianesimo la religione ufficiale
dell’Impero, ma Teodosio con il famoso Editto di
Tessalonica del 380.
· Secondo: le fonti ci dicono
che i vescovi che parteciparono al Concilio di Nicea
furono tra i 250 e i 318...e altro che maggioranza di un
voto! A votare contro la definizione della
consustanzialità (cioé il Figlio è Dio come il
Padre) furono solo due vescovi: Teone di Marmarica e
Secondo di Tolemaide (cfr.A.TORNIELLI, Processo al
Codice da Vinci, Milano, 2006, p.125).
· Terzo: nel Concilio di Nicea
si discusse sì della divinità di Cristo ma non perché
questa costituisse una novità, bensì perché questa
convinzione era minacciata dalla diffusissima eresia
ariana che negava appunto il Mistero dell’Incarnazione.
La fede nella divinità di Gesù era pienamente presente e
diffusa sin dall’inizio.
· Quarto: i vangeli canonici
(che abbiamo visto essere stati scritti immediatamente
dopo la vita di Gesù) lo attestano chiaramente. Oltre al
classico esempio del prologo di San Giovanni: “In
principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il
Verbo era Dio...”, ci sono tante altre espressioni
in cui Gesù si fa uguale al Padre, per esempio: “Io e
il Padre siamo una cosa sola” (Giovanni 10,30).
Obiezione: ma come mai nei Vangeli abbiamo anche
dichiarazioni in cui Gesù si fa inferiore al Padre? La
risposta è semplice. Quando a Gesù chiedono qualcosa
riguardante il suo essere, risponde come Verbo facendosi
uguale al Padre; quando invece chiedono qualcosa sulla
sua missione, non risponde solamente come Verbo ma come
Verbo incarnato; e Il Verbo incarnato non è coeterno al
Padre, ma ha avuto inizio nella storia: nel grembo della
Vergine Maria!
Terza bugia
Costantino avrebbe occultato i “veri” vangeli
Altra bugia di Dan Brown: Costantino, sempre con il
Concilio di Nicea, avrebbe deciso l’occultamento dei
vangeli gnostici e ufficializzato quelli che oggi
vengono chiamati canonici (Matteo, Marco, Luca e
Giovanni).
Anche in questo caso Dan Brown prende (o vuole prendere)
una cantonata.
· Primo: le fonti ci dicono
che il Concilio di Nicea non si è occupato del canone
delle Scritture.
· Secondo: già nella metà del
II secolo il canone delle Scritture del Nuovo Testamento
in vigore era pressoché uguale a quello definitivo.
Ricordiamo che nella seconda metà del II secolo
mancavano ancora 150 anni all’impero di Costantino!
· Terzo: Dan Brown dimostra di
non conoscere il cosiddetto Frammento muratoriano,
chiamato così perché prende il nome da Ludovico Antonio
Muratori che nel 1740 scoprì questo documento che risale
all’VIII secolo e dove si parla di Pio (è Pio I),
vescovo di Roma morto nel 157 e anche dell’esistenza dei
quattro vangeli di Marco, Luca, Matteo e Giovanni, degli
Atti degli Apostoli attribuiti a Luca e delle tredici
Lettere di Paolo. Dove però il Frammento è
interessante è quando elenca alcuni criteri di selezione
per i testi canonici. Primo tra tutti l’antichità (cioé
devono essere il più possibile vicini ai fatti narrati).
Con questo criterio tutta la produzione gnostica ed
eretica va a carte quarantotto!
· Quarto: non c’è solo il
Frammento muratoriano. Nella sua Storia
ecclesiastica, che Eusebio di Cesarea scrisse nel
325, è scritto che nel II secolo (quindi molto prima di
Costrantino!) nelle Chiese d’Oriente le Scritture lette
erano: i quattro Vangeli canonici, gli Atti degli
Apostoli, le Lettere di Paolo, le prime Lettere di
Pietro e di Giovanni...e anche alcuni scritti che non
saranno poi inclusi nel canone definitivo. Ma tra questi
ultimi non compaiono affatto i vangeli gnostici ed
eretici!
Quarta bugia
l’antichità e la storicità del Priorato di Sion
Dan Brown dice che per difendere il segreto della vera
vita di Gesù e la sua discendenza, nel corso della
storia sarebbe nata una misteriosa organizzazione: Il
Priorato di Sion. La nascita risalirebbe –sempre
secondo Dan Brown- nientedimeno che al 1099 con il re
crociato Goffredo di Buglione. Al Priorato
sarebbero stati collegati i Templari e successivamente
anche la Massoneria. Molti uomini illustri sarebbero
stati Gran Maestri di questa associazione
segreta. Fra questi Leonardo da Vinci, che ne sarebbe
stato a capo tra il 1510 e il 1519. Questo Priorato
di Sion sopravviverebbe ancora oggi e
sopravviverebbero anche i discendenti di Gesù in
famiglie aventi soprattutto i cognomi Plantard e Saint
Clair.
· Primo: il Priorato di
Sion, come sigla, non è comparso in pieno medioevo
(nel 1099) per poi rimanere per tanti secoli nascosto,
ma è comparso nel 1956: dunque “solo” (si fa per dire!)
900 anni più tardi!
· Secondo: non fu fondato da
Guglielmo di Buglione, ma da un Plantard, precisamente
da Pierre Athanase Plantard (1920-200), un personaggio
tutt’altro che di nobili imprese come Goffredo di
Buglione. Pierre Athanase Plantard fu prima sostenitore
del governo collaborazionista di Vichy e ammiratore di
Adolf Hitler; poi, tra il 1956 e il 1957, dovette
scontare dodici mesi di carcere perché accusato di
corruzione di minorenni, tant’è che la moglie volle
divorziare da lui.
Quinta bugia
Un codice segreto nelle opere di Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci, Gran Maestro del Priorato di Sion,
avrebbe nelle sue opere lasciato indizi di questa sua
appartenenza. E’ vero? Assolutamente no.
· Primo: Judith Veronica Field,
docente alla University of London e presidentessa della
Leonardo da Vinci Society, ha dichiarato
“assurda” l’idea che nelle opere leonardiane vi sia
un codice segreto.
· Secondo: le inesattezze di
Dan Brown sulle opere leonardiane sono tali che parlare
di una sua così grande conoscenza da esser capace di
individuare o di avvalorare un codice segreto è quanto
mai fuori posto. Sentite questa: Dan Brown nel suo
romanzo dice che il quadro di Leonardo La Vergine
delle rocce è alto un metro e mezzo, quando invece è
più di due metri! In un suo articolo Rino Cammilleri (Il
Timone, n.39) cita Cynthia Grenier che sul Weekly
Standard dell 22.9.2003 ha scritto su Dan Brown:
“Per favore, qualcuno fornisca a quest’uomo e ai suoi
editori le lezioni di base sulla storia del
cristianesimo e una cartina geografica.” E Peter
Millar, sul Times del 23.6.2003: “Questo libro
è, senza dubbio, il più stupido, inesatto, poco
informato, stereotipato, scombinato e popolaresco
esempio di ‘pulp fiction’ che io abbia mai letto.”
· Terzo: una considerazione
che non ci sembra peregrina, ma che nessuno ha fatto.
Dan Brown dice che nell’Ultima Cena di Santa
Maria delle Grazie, colui (anzi colei) che sta a fianco
non sarebbe Giovanni ma la Maddalena, ciò perché il
personaggio ha un volto troppo femminile. La risposta
sta nel fatto che Giovanni era il discepolo giovane, che
aveva conosciuto Gesù direttamente e non come gli altri
che avevano “vissuto” e alcuni erano anche sposati. Ma
poi (ecco la considerazione): se fosse realmente la
Maddalena, perché in questo affresco i personaggi sono
tredici e non quattordici? Se a fianco a Gesù fosse la
Maddalena, sarebbero dovuti essere in quattordici!
Sesta bugia
la veridicità di fantasiosi documenti
In una pagina (precisamente la 9 dell’edizione italiana,
che poi – guarda un pò - nelle successive ristampe è
stata modificata) si afferma che tutta la storia sarebbe
confermata da documenti inoppugnabili, documenti che
sarebbero stati ritrovati nel 1975 nella Biblioteca
Nazionale di Parigi.
· Primo: i documenti sono
stati sì ritrovati, ma –come ampiamente dimostrato per
ammissione degli stessi interessati- questi documenti
sono stati “ritrovati” proprio dalle persone che li
avevano nascosti nella stessa Biblioteca.
· Secondo: è certissimo –come
conferma il noto studioso Massimo Introvigne- che non si
tratta di documenti antichi ma di falsi moderni.
Che cosa davvero vuol dirci Il Codice da Vinci?
Accanto alle bugie nel Codice da Vinci ci sono
delle verità?
Più che verità, si può dire che questo romanzo mette in
evidenza alcune verità nascoste, che pochi dicono...ma
che sono verità.
Certamente il romanzo, e più ancora il film, sono una
grande e riuscitissima operazione commerciale, ma –a
nostro parere- non sono solamente questo.
Il racconto, così come è costruito, giocando in maniera
molto ambigua sull’elemento né del falso né del vero ma
del “verosimile” si rende funzionale ad un progetto. Un
progetto che si esprime a sua volta funzionale al
radicamento e al trionfo di una mentalità ben precisa.
Per semplificare si può utilizzare questo esempio:
s’immaginino due fiumi che scorrono per affluire e dare
acqua ad un grande lago. I fiumi sono due “correnti” che
insieme si rendono funzionali al raggiungimento di una
mèta ben precisa, che è il trionfo di quella mentalità a
cui abbiamo alluso prima.
I due fiumi:
il relativismo e il sincretismo
I due fiumi sono il relativismo e il
sincretismo.
Il relativismo è la convinzione che la verità
debba ridursi ad opinione: non possono esistere verità
assolute, ma tutto è relativo e discutibile.
Il sincretismo è la convinzione che le religioni
possano o debbano fondersi. Oggi è molto diffusa la
religione fai-da-te: mi piace qualcosa del
Cristianesimo, me lo prendo; mi piace qualcosa del
Buddismo, me lo prendo; mi piace qualcosa del Taoismo,
me lo prendo; ecc...poi si mescola il tutto e viene
fuori una religione a proprio gusto.
Con il relativismo e il sincretismo il
Cristianesimo si nullifica. Che ne rimane della frase di
Gesù: Io sono la via, la verità, la vita? Con il
relativismo Gesù non è più la verità, ma
una verità; e con il sincretismo non è più
la via e la vita, ma una via e
una vita.
Il Codice da Vinci cerca di ridurre il
Cristianesimo da “fatto” a “mito”, attaccando i suoi
fondamenti storici. Ma se il Cristianesimo diviene mito
e Gesù un personaggio mitico, allora se ne annulla
qualsiasi pretesa totalizzante e assoluta.
Il grande lago:
il trionfo della gnosi
Abbiamo visto come il Gesù di Dan Brown non è il Dio
incarnato ma una sorta di predicatore, di capo-popolo,
che però aveva un’idea ben precisa. L’idea era quella di
voler restaurare, anche in Palestina (la terra del
monoteismo per eccellenza) l’antico culto del
femminino sacro, legato a sua volta al culto della
Grande Dea. Dunque, un Gesù non cristiano ma
paradossalmente pagano.
Ebbene, questa esaltazione del paganesimo è
perfettamente coerente con la mentalità gnostica.
Per chi non lo sapesse già, con il termine Gnosi
s’intendono tutte quelle credenze pseudo-religiose che
ritengono che l’uomo possa raggiungere la salvezza
attraverso la conoscenza (gnosis, infatti, vuol
dire “conoscenza”).
La Gnosi (che preesisteva al Cristianesimo e che
poi ha cercato di contaminarlo) crede in un divino
impersonale (chiamato pleròma o plèroma a
secondo dell’accentuazione latina o greca). Da questo
divino impersonale sarebbero venute fuori delle
“scintille” spirituali, che poi sarebbero state
“imprigionate” nella materialità (cioé nei corpi) da un
dio inferiore, una sorta di demiurgo cattivo.
Stando così le cose, per la Gnosi l’uomo avrebbe
una componente divina (il suo spirito), ma questa
componente divina sarebbe purtroppo “imprigionata” in un
corpo. Concezione, questa, diametralmente diversa da
quella cristiana che invece concepisce l’uomo come
sintesi di spirito e corpo.
Ma per la Gnosi chi sarebbe questo demiurgo
cattivo? Il Dio tradizionale e personale. E, per quanto
riguarda il Cristianesimo, sarebbe Colui che viene
chiamato Dio Padre!
La Gnosi, dunque, dice all’uomo che non solo non
è inferiore a Dio, ma che lui stesso è Dio; e perché
questo si realizzi pienamente, l’uomo deve quanto prima
spogliarsi della sua individualità e corporeità.
A questa conoscenza specialissima (convincersi di essere
Dio nel proprio spirito) possono aspirare in pochi (ecco
perché la Gnosi è il comune denominatore di molte
sette esoteriche) ma questa conoscenza, e solo questa,
permetterebbe la vera salvezza.
Ora –è chiaro- questa pretesa gnostica va di pari passo
con la mentalità moderna e postmoderna che
esigono che l’uomo trovi solo in se stesso la risposta e
il senso della sua vita; che esigono che l’uomo non si
assoggetti a nessuna autorità (Dio), ma che faccia di se
stesso e della sua coscienza l’unico criterio di
giudizio.
Ma torniamo al Gesù di Dan Brown. Egli non è il Dio
incarnato ma si presenta molto vicino al Gesù così come
lo ha pensato e lo pensa la Gnosi, cioé un uomo
specialissimo che è riuscito ad arrivare alla “vera
conoscenza”, cioé al fatto che l’uomo è Dio.
Il “sang réal”, di cui parla il romanzo, non è
altro che la “vera conoscenza” che deve trasmettersi in
coloro che credono in questo vero Gesù, così come il
sangue si trasmette di generazione in generazione.
CONCLUSIONE
Che dire? Che ancora una volta viene tradita quella
sofferenza grandissima e specialissima che il Signore
Gesù ha offerto per tutti noi. Viene tradita perchè se
ne stravolge il significato, ma soprattutto perché se ne
respinge il senso meraviglioso.
Qual é questo senso meraviglioso? E’ un Dio che si è
fatto uomo per accompagnare l’uomo nell’avventura del
suo esistere, redimerlo dal più grande problema (che è
il peccato!) e condurlo alla Salvezza. E’ un Dio che si
è fatto vittima per indicare all’uomo la strada
dell’amore...è un Dio che ha teso e tende le sue braccia
per rialzarci e sostenerci.
Il tradimento è ancora quello di sempre: rifiutare
quella Compagnia, quel Sangue, quella Sofferenza, quelle
Braccia...per illudersi di fare di se stesso il proprio
Salvatore!
L’opuscolo Le bugie del Codice da Vinci di
Corrado Gnerre si può richiedere agli
Studi apologetici Joseph obbedientissimus
via G. Gentile, 6
82100 BENEVENTO
e-mail: studiapologetici_jo@virgilio.it
tel: 349.5498571
|