Per una volta siamo
solidali con i cittadini russi, offesi
dalla perversione e dalla devianza che
rivendica il diritto a sfilare per le
vie di Mosca. I moscoviti hanno dovuto
subire, anche da cittadini italiani, tra
cui alcuni parlamentari lo scempio del
gay-pride. E giustamente si sono
ribellati.
La maggior parte
dei partiti di centrosinistra e di
centrodestra italiani hanno condannato
la reazione del governo russo e tutti i
quotidiani italiani hanno difeso il
gay-pride, anche Il Giornale (che si
definisce conservatore, di destra,
teocon e via dicendo... coerentemente
con la sua linea) sembra prendere le
difese degli omosessuali.
Da Il Giornale
di Francesca Angeli
Roma
- Malmenati, arrestati, insultati e
bersagliati da raffiche di uova marce.
Vladimir Luxuria, il deputato di
Rifondazione comunista, racconta la
giornata di ordinaria follia vissuta a
Mosca da un gruppo di italiani,
parlamentari e non, che volevano
prendere parte al Gay Pride organizzato
senza l’autorizzazione del sindaco. Come
già avvenuto lo scorso anno i promotori
russi hanno deciso di scendere lo stesso
in piazza ma la tentata manifestazione è
finita in rissa e ha visto addirittura
l’intervento delle forze speciali russe
Omon. «La polizia - racconta Luxuria -
rideva mentre gli ultranazionalisti ci
tiravano le uova e ci spintonavano».
Luxuria comunque se
l’è cavata con un controllo dei
documenti da parte della polizia (visto
che sui documenti è dichiarato il sesso
maschile) e qualche uovo fra i capelli
mentre l’europarlamentare radicale Marco
Cappato è stato arrestato insieme a
Ottavio Marzocchi, funzionario
dell’Europarlamento. Con loro è finito
in carcere il deputato verde tedesco
Volker Beck. Tutti liberati dopo qualche
ora. È andata peggio ai tre attivisti
russi, tra cui l’organizzatore Nikolai
Alekseev. Sono rimasti in cella e oggi
verranno processati per resistenza a
pubblico ufficiale, rischiando una
condanna dai 10 ai 15 giorni.
L’idea era quella
di celebrare l’anniversario della
legalizzazione dell’omosessualità in
Russia (1993), ma il sindaco di Mosca,
Yuri Luzhkov, come già lo scorso anno,
non aveva dato la sua autorizzazione. E
non ci si poteva aspettare altro da chi
qualche mese fa aveva definito il Gay
Pride «opera di Satana». I manifestanti,
compresi gli italiani, volevano
consegnare a Luzhkov una lettera firmata
da 40 europarlamentari per rivendicare
il diritto a manifestare il proprio
pensiero, come stabilito dall’articolo
11 della Convenzione Europea sui diritti
umani sottoscritta anche dalla Russia.
Sotto gli uffici
del sindaco, però, c’era una agguerrita
pattuglia di ultra-ortodossi armati di
uova insieme con naziskin, filo
monarchici, nazionalisti e pure un paio
di preti ortodossi. Lo stesso Cappato ha
poi raccontato che alla sua richiesta di
aiuto la polizia ha risposto
arrestandolo. Aggrediti dai
contromanifestanti, i radicali hanno
chiesto l’intervento delle forze
dell’ordine, ha spiegato Cappato: «Ho
chiesto in inglese perché la polizia non
ci difendesse. Tempo cinque secondi e
sono stato trascinato via da agenti in
tenuta antisommossa».
Cappato e Marzocchi
sono stati
rilasciati dopo
qualche ora, grazie
all’intervento
diretto del console
italiano Stefano
Verrecchia.
All’uscita hanno
trovato di nuovo un
gruppo di estremisti
religiosi incitati a
lanciare insulti e
uova da un prete
ortodosso.
Unanimi le condanne
da parte dei
politici italiani.
Fabrizio Cicchitto,
vicecoordinatore di
Forza Italia, ha
parlato di
«un’inaccettabile
azione da parte del
governo russo».
Franco Grillini,
deputato ds e
presidente onorario
dell’Arcigay, ha
annunciato
un’interrogazione
parlamentare al
ministro degli
Esteri, Massimo D’Alema.
Il viceministro alla
Farnesina Patrizia
Sentinelli ha
definito
«gravissimo» il
fermo di Luxuria e
Cappato. Il ministro
Paolo Ferrero
osserva che, in
vista del G8,
«sarebbe opportuno
che si affrontasse e
si discutesse il
tema del rispetto
dei diritti umani, a
partire da quello di
manifestare». I
radicali hanno
subito indetto
manifestazioni di
protesta di fronte
alle ambasciate
della Russia a Roma,
Bruxelles e
Gerusalemme.