Gli ospedali di Roma sono in profondo rosso. Il prospetto dell’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali è drammatico.
I 9 ospedali pubblici della capitale hanno un record di passivi superiore a 660 milioni di euro.
Per farsi un’idea: l’Umberto I con 1230 letti perde 72.357 euro a posto letto ma in cambio ogni letto costa oltre 400.000 euro. Il San Camillo chiude il bilancio con 158 milioni di euro di passivo per 1072 posti letto, ogni posto letto ha un costo pari a 150.000 euro.
Dalle casistiche che ogni anno stila Agenas si apprende che i laziali non sono soddisfatti delle prestazioni sanitarie sul territorio. Infatti la spesa sanitaria, per migrazioni di pazienti verso altre regioni, è quadruplicata in questi anni, secondi solo a Campania e Calabria.
È di questi giorni la polemica che ha come oggetto il sovraffollamento del Pronto soccorso dell’ospedale San Camillo.
Zingaretti, presidente della Regione, sdrammatizza la situazione e garantisce: “al San Camillo problemi risolvibili in poche ore”. Giuseppe Lavra, Segretario Regionale CIMO Lazio, commenta insoddisfatto la nota stampa del presidente Zingaretti e afferma: “Dispiace dissentire […] ma l’unico modo per risolvere il problema, nonostante lui dica che ora sia tutto rientrato nella norma, è prevedere di eliminare il sovraffollamento del Pronto Soccorso-Dea di tutti i grandi nosocomi del Lazio con un programma d’azione chiaro e preciso”.
La Sanità Pubblica deve essere qualificata, competitiva e gratuita.
Negli ultimi anni, nascondendosi dietro la scusa della crisi economica, sono state sottratte risorse destinate al sistema della sanità; non è accettabile che la salute, anziché un bene universale da assicurare e difendere, diventi una semplice merce sottoposta alle leggi di mercato e quindi un bene riservato a pochi.
FERMIAMO IL DDL CIRINNÀ: Il 30 Gennaio tutti a Roma!
Italia Cristiana da sempre in campo in difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e del diritto di ogni bambino ad avere un papà e una mamma, contro il riconoscimento giuridico di unioni/matrimoni/adozioni omosessuali e delle unioni di fatto parteciperà al corteo organizzato dal “Comitato Difendiamo i nostri figli” contro il ddl Cirinnà a Roma Sabato 30 Gennaio 2016 appuntamento ore 10,00 al Circo Massimo con arrivo a piazza San Giovanni.
NOI PARTECIPIAMO, PARTECIPA ANCHE TU!
Per info: info@italiacristiana.it – Tel. 06.69.30.65.43
https://www.facebook.com/events/896131383828081/
LE AGGRESSIONI A COLONIA E IL RICORDO DELLE “MAROCCHINATE”
“Rosetta non era svenuta. E tutto quello che era successo, lei lo aveva veduto con i suoi occhi e sentito con i suoi sensi”. Così Alberto Moravia, con il suo libro “La ciociara” pubblicato nel 1957, documenta il fenomeno delle “marocchinate”.
E’ l’ultimo atto della battaglia di Cassino. La valle del Liri è ancora lo scenario dove avvengono gravissimi scontri tra l’esercito anglo-americano e quello tedesco.
Da 4 mesi, gli anglo-americani tentano con furiosi bombardamenti di sfondare la linea Gustav: 230 Km di barriera difensiva dal Tirreno all’Adriatico, voluta da Hitler per fermare l’avanzata alleata.
È l’aprile del 1944 entrambi gli eserciti sospendono gli scontri. Per riprendere a combattere si attende la buona stagione.
“Tutti si aspettavano cose straordinarie da questi alleati, appunto come dai santi”. Ma la guerra non è finita. Gli alleati non riescono a spezzare la resistenza tedesca sulla linea Gustav all’altezza di Cassino. Allora decidono di cambiare strategia, cercano di passare per i monti Aurunci.
Il generale Clark che è a capo della quinta armata americana si affida al generale Juin, perché nella zona è più opportuno inviare truppe di montagna anziché divisioni corazzate.
Oltre 110.000 soldati francesi e truppe coloniali, marocchini, algerini, tunisini. Sono gli uomini del C.E.F., il corpo di spedizione francese guidato dal generale A. Juan.
Ai suoi ordini anche 12.000 Goumiers, truppe militari marocchine, arruolate e addestrate sulla montagna dell’Atlante, in Marocco.
Il piano del generale Juin scatta alle 23.00 di Giovedì 11 Maggio del 1944.
1.600 cannoni cominciano a bombardare le postazioni tedesche; 45 minuti dopo le truppe di Juin attaccano il monte Faito, nel cuore dei monti Aurunci.
Le truppe coloniali a seguito degli alleati iniziano a saccheggiare, a rubare, a devastare, a uccidere e a violentare. Come scrive Sagnotti nel suo articolo “Aspettavano i liberatori ma arrivò l’inferno”. Si tratta di “gente comune, colpevole solamente di trovarsi al momento sbagliato nella propria casa, mentre erano in atto pulizie etniche, saccheggi, violenze e stupri di ogni genere, compiuti sotto bandiere e vessilli di “liberazione”.
Viene naturale fare un paragone tra Rosetta e le oltre 35 donne che durante la notte di Capodanno sono state stuprate presso la stazione centrale di Colonia, il 31 Dicembre scorso.
La polizia, in Germania, sta indagando e ha parlato di «crimini di una dimensione completamente nuova»: il capo della polizia di Colonia Wolfgang Albers ha parlato di attacchi di gruppo e di circa mille uomini coinvolti.
In Slovacchia “niente più profughi musulmani” e il governo dichiara: “Non vogliamo che accada anche in Slovacchia qualcosa di simile a quel che è successo in Germania”.
Quella in atto non è una semplice immigrazione, ma un’invasione pianificata!
La Romania dice NO alle unioni omosessuali
Esattamente un mese fa, il 9 dicembre 2015, la Romania ha detto un chiaro e definitivo NO alla proposta di legge che intendeva legalizzare una sorta di matrimonio tra persone dello stesso sesso. Già nel 2013 avevano tentato di introdurre il “matrimonio” omosessuale ed era stato bocciato. L’attuale proposta di legge presentata nell’aprile 2015 dal deputato Remus Cernea-Florinel del Partito dei Verdi Verzii è stata respinta il 9 dicembre 2015 con una maggioranza schiacciante di 292 voti contro 2 e un solo astenuto. L’ennesima nazione europea che dice un forte NO al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, ma giornali e tv italiane non hanno detto nulla, non una sola riga, non una sola parola. Siamo consapevoli di vivere sotto un regime, in cui il pensiero unico gender-omosessulista sia l’unico ammissibile. Italia Cristiana si batte da anni in difesa della Famiglia naturale e continuerà a farlo. Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto per crescere e opporci fermamente a questa deriva relativista che ormai unisce tutti i partiti.
Fabrizio Verduchi
FERMIAMO IL DDL CIRINNÀ!
MIELI, LA FORNERO E IL DDL CIRINNÀ: UN’EVOLUZIONE PERVERSA.
Inizia con una esclamazione di meraviglia l’intervento della Dott.ssa Elisabetta Frezza alla conferenza organizzato a Trebaseleghe (PD). Guardando il pubblico dinnanzi a sé, afferma: «Ho organizzato varie conferenze su questo tema, anche con persone molto più brave di me e c’erano dieci persone! Adesso, all’improvviso tutti sono interessati al “gender”! ».
Dopo aver presentato, in modo esauriente, alcuni accenni storici sul Gender, la Dottoressa analizza la situazione attuale e l’aspetto giuridico della Teoria del Genere.
Nel maggio 2013 viene pubblicato dall’UNAR e dal Ministero delle pari Opportunità la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Il primo documento in Italia che ufficializza l’intento di diffondere, facciamo nostre le parole della Dott.ssa Frezza, «un’ideologia perversa che va contro la conservazione della società e il bene comune, che va contro la natura umana, e per chi crede contro il piano della creazione di Dio»: l’ideologia di genere. «Si teorizza questo: al di là dei propri dati sessuali, biologici e anatomici ciascuno deve essere libero di scegliere ed elaborare il proprio genere identitario secondo la percezione che ha di se stesso. Viene così superato il dualismo maschio femmina ritenuto un retaggio culturale opprimente e si spalanca un ventaglio liberatorio di possibilità di scelta».
Nel dicembre dello stesso anno la “Strategia” viene ulteriormente arricchita da un altro documento “Comunicare senza pregiudizi”, destinato ai giornalisti.
Sotto il coordinamento dell’UNAR opera una governance, con un gruppo nazionale di lavoro LGBT che viene definito nella governance: «il luogo centrale per l’elaborazione della strategia». Il gruppo è formato da 29 associazioni omosessuali.
Tra queste, la Dottoressa ci ricorda, il “Circolo culturale omosessuale Mario Mieli”. Mario Mieli era un omosessuale, pedofilo, morto suicida. Il presidente attuale di questa associazione è anche il presidente dei gay pride romani. In uno dei suoi libri, Mieli afferma: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La pederastia invece è una freccia di libidine scagliata verso il feto. […] La corporeità umana entra liberamente in relazione egualitarie multiple con tutti gli esseri della terra inclusi i bambini, e i nuovi arrivati di ogni tipo; corpi defunti, animali, piante, cose annullando democraticamente ogni differenza non solo tra gli esseri umani ma anche tra le specie».
Questo è uno dei componenti della governance che ha prodotto la “Strategia Fornero”. In seguito c’è stata una interpellanza alla presidenza del consiglio da parte di alcuni parlamentari che hanno chiesto il motivo dell’accreditamento presso il Ministero della Pubblica Istruzione come enti di formazione, di associazioni come questi.
Ci si chiede come mai questo gruppo di lavoro LGBT, un’entità anche evanescente che è anche priva di soggettività giuridica e quindi priva di ogni responsabilità, possa essere stata addirittura eletta a consultore stabile dei ministeri e dei ministri; a promotore di progetti legislativi e programmi scolastici e venga investita di poteri il cui esercizio ricade su tutti noi.
Quindi la Ministra Fornero ha varato questo documento che di per sé, dato che non è una legge, non è un regolamento, non ha alcuna valenza giuridica e quindi non può nemmeno essere impugnato. Però da questo, si diramano una serie di provvedimenti che,questi si, hanno invece una forza vincolante.
La vicepresidente del Senato V. Fedeli ha presentato un disegno di legge “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di formazione e nelle Università” con l’obiettivo di eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio culturali fondate sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza.
Questo disegno è stato assorbito nella nota legge Renziana definita la “Buona scuola” il 15/07/2015 nel com. 16 del suo art. 1; questo com. 16 rimanda all’art. 5 com. 2 della legge del 2013, la legge sul femminicidio, la quale all’art. 5 incorpora in se stessa il piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere.
Ma come afferma Riccardo Cascioli, in un suo articolo apparso di recente sul “La Nuova Bussola quotidiana”: « C’è però un rischio legato alle polemiche sull’articolo 16, quello di distrarre l’attenzione da un pericolo molto più grave che si sta correndo: ovvero un diabolico compromesso sul Ddl Cirinnà per la legalizzazione delle unioni civili (omosessuali) ».
Come afferma la Dott.ssa Frezza si tratta di « una manovra planetaria di destrutturazione dell’identità dei singoli individui, di destrutturazione della famiglia e quindi della società».
Così scriveva Chesterton: “FUOCHI VERRANNO ATTIZZATI PER TESTIMONIARE CHE DUE PIÙ DUE FA QUATTRO. SPADE SARANNO SGUAINATE PER DIMOSTRARE CHE LE FOGLIE SONO VERDI IN ESTATE. NOI CI RITROVEREMO A DIFENDERE NON SOLO LE INCREDIBILI VIRTÙ E L’INCREDIBILE SENSATEZZA DELLA VITA UMANA, MA QUALCOSA DI ANCORA PIÙ INCREDIBILE, QUESTO IMMENSO, IMPOSSIBILE UNIVERSO CHE CI FISSA IN VOLTO. COMBATTEREMO PER I PRODIGI VISIBILI COME SE FOSSERO INVISIBILI”.
«Hanno dichiarato guerra alla realtà! Noi siamo in guerra e ci tocca di combattere, anche!»
ARTICOLO BASATO SULLA CONFERENZA TENUTA DALLA DOTT.SSA ELISABETTA FREZZA PRESSO TREBASELEGHE (PD) IL 26/08/2015.
https://www.youtube.com/watch?v=uvdDcrLc-H0
SMOG E INQUINAMENTO?
Tutto questo allarmismo sullo smog, sull’inquinamento tutto insieme e tutto contemporaneamente? Non è una coincidenza, il problema per tutti questi signori è sempre l’uomo, l’uomo la sua presenza, l’uomo e la presunta sovrappopolazione, con tutto quello che ne deriva. Teorie neomalthusiane adorate e sostenute dalla massoneria.
Fabrizio Verduchi
Gli Sloveni dicono NO alle adozioni e ai matrimoni omosessuali
Nel 2012 gli sloveni avevano detto un forte NO all’equiparazione tra il matrimonio naturale tra un uomo e una donna e l’unione omosessuale. Ma sappiamo come certi lobby di potere cercano di andare contro la volontà e sovranità popolare pur di far passare queste leggi e così a marzo di quest’anno in Slovenia il Governo di centro-sinistra guidato da Miro Cerar aveva approvato una legge che voleva equiparare le unioni omosessuali al matrimonio tra un uomo e una donna con il fine ultimo di far adottare i bambini alle coppie omosessuali. Oggi, 20 Dicembre 2015, con un referendum, i sloveni hanno ribadito il loro NO ai matrimoni omosessuali, NO alle adozioni omosessuali con un 63% dei voti validi. L’Europa dei Popoli resiste in difesa della Famiglia, difendiamola anche noi!
Fabrizio Verduchi
GIANNA JESSEN PARLA ALL’OLANDA
Sabato 12 Dicembre 2015 si è tenuta presso l’Aia l’annuale Marcia per la Vita.
Alle 14.00 in punto la Marcia silenziosa ha attraversato il centro dell’Aia passando dinnanzi al Palazzo del Parlamento. Secondo gli organizzatori “Mars voor het Leven” erano presenti circa 2.500 persone.
Ospite d’onore: Gianna Jessen, “la ragazza di Dio” ( “I’m His girl!”) come si autodefinisce.
Prima di parlare della sua esperienza come sopravvissuta all’aborto salino, “la ragazza dura a morire” precisa: << So che ci sono delle comunità Pro life che vogliono separare l’aborto e Dio. Ma l’unica via perché la vita trionfi sulla morte è Gesù! (“But the only way to have life overcome death is Jesus!”).
Cosa disse la Beata Madre Teresa di Calcutta sulla testimonianza di Gianna Jessen: “Dio sta usando Gianna per ricordare al mondo che ogni essere umano è prezioso per Lui. È bello vedere la forza dell’amore di Gesù che Egli ha riversato nel suo cuore. La mia preghiera per Gianna, e per tutti quelli che la ascoltano, è che il messaggio dell’amore di Dio ponga fine all’aborto con il potere dell’amore”.
Riportiamo il breve intervento di Gianna Jessen, tenuto in occasione della Marcia per la Vita del 12/12/2015 in Den Haag.
GLI OLANDESI SCENDONO IN PIAZZA PER DIRE SÌ ALLA VITA.
Nella giornata di sabato 12 Dicembre, nel centro della capitale (sede del Governo), L’Aia , si è tenuta l’annuale Marcia per la Vita.
La manifestazione è passata vicino ai luoghi istituzionali e ha scandito forte la necessità di rispetto e tutela per la vita di ogni essere umano. Numerosi i partecipanti dal resto d’Europa.
Prevista per ieri, domenica 13 Dicembre, alle ore 16.00, a Duivendrecht, vicino Amsterdam, la testimonianza di Gianna Jessen, sopravvissuta ad un aborto salino.
Nella pagina facebook di Gianna possiamo leggere, da subito, le prime impressioni, decisamente positive, sulla giornata dedicata alla Marcia:
<the March for Life in The Hague! and the very non-demonstrative Dutch, shouted ” Victory!” just for me. haha. i just marched with these great people for an hour >.
Nel corso della settimana vi terremo aggiornati sugli sviluppi dell’evento.