Se
la cultura diventa mistificazione
di S.E.
Carlo card. Caffarra
Un
video con un attore che esplora, attraverso l’autostimolazione,
le possibilità del piacere, della soddisfazione erotica.
Un artista che appare in scena nudo indossando solo gli
auricolari. Un’altra che lavora sul concetto di
«animalità», inteso come istinto latente e complementare
della natura umana. Una «piece» dove sulla scena si
muovono e recitano una donna nuda e un uomo in abiti
femminili dall’identità fluttuante sotto gli occhi di un
gruppo di bambole a grandezza naturale vestite da
adolescenti. Un’ossessiva esaltazione dell’educazione
sentimentale di lesbiche e gay. Sono queste alcune
«perle» del festival «Gender Bender», in programma a
Bologna da domani a sabato, che, secondo i promotori del
«Cassero, gay lesbian center di Bologna», presenta «i
nuovi immaginari prodotti dalla cultura contemporanea e
legati alle rappresentazioni del corpo, delle identità
di genere e di orientamento sessuale» indicando «come
sia possibile superare le norme e gli stereotipi del
maschile e del femminile» . Ci troviamo di fronte
all’ennesima inquietante mistificazione: si contrabbanda
per cultura l’interesse di una lobby. Ma questa volta
c’è una doppia aggravante. Da una parte il presunto
evento è stato presentato in pompa magna da autorevoli
rappresentanti istituzionali che dovrebbero avere a
cuore la sensibilità di tutti i bolognesi e non solo di
quelli che hanno problemi di genere. Dall’altra, e il
fatto è ancora più grave, l’iniziativa viene realizzata
con il contributo degli assessorati alla cultura del
Comune, della Provincia, della Regione Emilia-Romagna e
di altre prestigiose istituzioni culturali pubbliche e
di diritto privato. E’ lecito, ci chiediamo, spendere
soldi pubblici per finanziare spettacoli di pornostar
mascherate da artisti? Tutti abbiamo ascoltato i lamenti
dei Comuni sui tagli della Finanziaria che potrebbero
mettere in pericolo i servizi sociali primari. Mettere
in scena la masturbazione o piccanti rapporti
omosessuali è forse un servizio sociale primario? Chi
glielo dice a tante realtà espressioni di autentica
cultura, affannosamente alla ricerca di un patrocinio
che consenta loro uno spazio vitale, che sono state
scavalcate, in sede di distribuzione delle risorse, da
chi vuole spacciare come manifestazione artistica
l’esibizione di spogliarelli e simili che costringono al
degrado l’impareggiabile vocazione della dignità umana?
Ma non è tutto. E’ da qualche tempo, ne abbiamo parlato
anche su queste pagine, che per la cultura a Bologna
tira un’aria malsana, soprattutto perché alcuni suoi
rappresentanti istituzionali sembrano ancora fermi alla
concezione dell’«indottrinamento delle masse». Senza
«pruderie» o moralismi dobbiamo dire, laicamente, che
queste frattaglie di ideologie condannate dalla storia,
con la città, con le sue radici (laiche o cattoliche che
siano non importa) e con la sua tradizione non hanno
nulla a che fare. Per questo non possiamo accettare
un’invasione barbarica che oltraggia la fede e la
ragione dei bolognesi. Quella posta è dunque una
questione che riguarda tutti e che attende risposte da
chi autorevolmente ha titolo per darle. Se queste
risposte malauguratamente non ci saranno non saremo noi
a incitare alla protesta di piazza o a fischiare uno dei
succitati spettacoli. Ci limitiamo a un modesto invito a
praticare il popolare e sempre saggio buon senso della
nostra gente: vigilare perché i bilanci degli
assessorati di ogni livello e delle istituzioni
pubbliche riflettano le aspettative della comunità che
dovrebbero interpretare e non l’ambizione all’applauso
facile, perché «culturalmente corretto», da parte di
qualche loro responsabile non ancora consapevole che il
palcoscenico che vorrebbe calcare è tanto «retrò» e
ormai archiviato. Fantascienza? Chissà. Ma se ciò
accadesse, ne siamo certi, la città, quella reale e
sempre più lontana dai palazzi, ne trarrebbe giovamento.
E ringrazierebbe.
[Bologna Sette – inserto di Avvenire-
Data
pubblicazione: 29/10/2006]
http://www.bologna.chiesacattolica.it/bo7/2006/2006_10_29.pdf
http://www.bo7.it
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